Curare l'artrosi: quale terapia per aiutare le articolazioni

L’artrosi è una patologia articolare cronica, prevalentemente degenerativa, caratterizzata dalla progressiva distruzione della cartilagine articolare. In alcuni casi la malattia può essere favorita da condizioni predisponenti (obesità, fratture ossee, lesioni articolari, processi infiammatori, instabilità delle articolazioni, malformazioni congenite, lavori particolarmente usuranti, attività sportive eccessive). L’artrosi colpisce prevalentemente le donne rispetto agli uomini. Gli anziani sono i più colpiti ma anche i soggetti giovani possono essere interessati dalla malattia, soprattutto in dipendenza di particolari attività lavorative o sportive.
Le articolazioni più frequentemente interessate dal processo degenerativo sono: le interfalangee delle mani e dei piedi, le carpo-metacarpali (soprattutto la prima), le metatarso-falangee, le ginocchia, le coxo-femorali, le acromio-claveari, il rachide cervicale e dorsale, le articolazioni sacro-iliache e quelle temporo-mandibolari.

I sintomi principali dell'artrosi

Il soggetto che soffre di artrosi accusa, tra i primi sintomi, il dolore e una certa limitazione funzionale. Il dolore articolare insorge, inizialmente, durante il movimento attivo o passivo (soprattutto dopo prolungata immobilità oppure al risveglio) e successivamente anche a riposo. Il movimento passivo permette di apprezzare uno scroscio o uno scatto articolare. Il dolore si accompagna a rigidità al mattino associata a impotenza funzionale, per spasmo muscolare antalgico e scosci articolari. Negli stadi tardivi della malattia compaiono deformazioni. Per la diagnosi è di elezione la radiografia dell’articolazione interessata, che evidenzia restringimento della rima articolare, sclerosi dell’osso sub-condrale (eburneizzazione) osteofiti marginali, cisti ossee subcondrali, deformità articolari.

Le forme più diffuse di artrosi

Artrosi cervicale: il dolore cervicale si accompagna ad atteggiamento antalgico del collo (rigidità in estensione, inclinazioni laterali, rotazioni fino a un vero e proprio atteggiamento di torcicollo). Nel tempo si può realizzare la osteofitosi e la protrusione postero-laterale dell’anulus fibrosus o del nucleo polposo erniato che determina compressione radicolare C5-C6 (responsabile della cervicobrachialgia).

Artrosi della spalla: il dolore, in genere, non si accompagna a impotenza funzionale tranne nei casi in cui concomiti la periartrite scapolo-omerale.

Artrosi del rachide dorsale (spondilartrosi del tratto dorsale): il dolore, a sede dorsale, insorge durante la stazione eretta e si accentua con la deambulazione e/o con la rotazione del busto. Il dolore si irradia verso la radice degli arti superiori e verso la regione lombare.

Artrosi dell’anca (coxartrosi): il dolore che, inizialmente, insorge durante la deambulazione e la salita delle scale, con il tempo diventa continuo con comparsa anche notturna. Abitualmente il dolore è avvertito all’inguine, può irradiarsi anche alla natica e alla faccia anteriore e interna della coscia. Al dolore si associa una limitazione dei movimenti di estensione e di rotazione dell’arto inferiore. Con il progredire del processo artrosico i movimenti dell’anca tendono a divenire sempre più limitati e dolorosi e può manifestarsi un deficit funzionale totale. Nei casi più gravi il dolore dell’anca si accompagna a ipotonia del gluteo e del quadricipite della coscia con andatura claudicante e abnorme obliquità del bacino (segno di Trendelenburg). Nel tempo si può realizzare la sublussazione della testa del femore, con riduzione di lunghezza dell’arto inferiore; successivamente sopraggiunge la lordosi compensatoria del rachide lombare.

Artrosi del ginocchio (gonartrosi): il dolore, a sede anteriore o antero-mediale del ginocchio, è accentuato dal carico, dalla deambulazione, dalla discesa delle scale o dall’accovacciamento e si attenua con il riposo. Relativamente frequente è la comparsa di versamento articolare da sinovite, responsabile del dolore da tensione capsulare, presente anche a riposo. Obiettivamente si riscontra una limitazione dolorosa dei movimenti di flessione e di estensione forzata e si possono rilevare scrosci dolorosi femoro-rotulei. Sono in genere coinvolte entrambe le ginocchia, a eccezione dei casi in cui l’osteoartrosi sia secondaria a traumi o ad affezioni infiammatorie infettive o reumatiche. L’interessamento delle ginocchia è favorito dall’obesità e dalle deviazioni in varo o in valgo dell’articolazione.
 

La Terapia termale: un aiuto per chi soffre di artrosi

La Crenochinesiterapia

Il movimento in acqua termale (crenochinesiterapia) associato a un corretto stile di vita consente di limitare il progredire del processo artrosico.
Recenti studi eseguiti dall’Università degli Studi di Salerno hanno dimostrato che il movimento praticato nelle acque ipertermali delle Terme Stufe di Nerone ha migliorato la qualità di vita del paziente affetto da artrosi, sia per quanto riguarda la regressione della sintomatologia dolorosa sia per una migliore mobilità articolare. È stato accertato che l’effetto terapeutico è da ascrivere sia alla temperatura elevata dell’acqua (che espleta azione decontratturante e di riduzione della rigidità articolare) sia alla composizione chimica che conferisce all’acqua delle Terme Stufe di Nerone proprietà antinfiammatorie e analgesiche (attraverso l’innalzamento della soglia di eccitabilità dei recettori del dolore e lo stimolo alla sintesi di endorfine). Ulteriori ricerche hanno dimostrato che le stesse acque sono in grado di stimolare alcuni enzimi lisosomiali attivi sui glucosamminoglicani o sull’acido ialuronico che favorirebbero il trofismo della cartilagine articolare rallentandone il deterioramento.
La crenochisiterapia è da praticare non soltanto per il trattamento dell’artrosi ma anche a scopo preventivo, soprattutto nei soggetti a maggior rischio di artrosi (obesi, traumatizzati, affetti da patologie articolari oppure chi pratica lavori particolarmente usuranti).

...e la Fangoterapia

È possibile praticare presso le Terme Stufe di Nerone, per il trattamento dell’artrosi, anche la fangoterapia.
Un ciclo di fangoterapia ripetuto due volte l’anno, soprattutto se associato alla crenochisiterapia, rallenta l’evoluzione del processo artrosico migliorando la funzionalità articolare e attenuando il dolore. Infatti la vasodilatazione locale, secondaria all’applicazione del fango termale su una determinata regione corporea, comporta un maggior afflusso di sangue che favorisce gli effetti terapeutici tipici del fango termale (azione antiinfiammatoria, analgesica e miorilassante).
 

a cura del dott. G. Di Lorenzo

 

Nell'ambito della ricerca e studio dell'artrosi, è in corso presso le Terme Stufe di Nerone una collaborazione con l'Università Federico II di Napoli (prof. R. Scarpa). Sono previste delle giornate di screening a cui è possibile partecipare su prenotazione.

Per maggiori informazioni occorre telefonare allo 081 8688006 

 

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